giovedì 21 ottobre 2010

Progetti futuri - ilil



Ultimamente state lavorando a qualche progetto nuovo? …Ci piacerebbe essere aggiornati su i vostri progetti futuri?

Al momento stiamo collaborando con un'azienda italiana specializzata nella produzione di carta riciclata lavabile, per un'estensione della nostra collezione di americane, e con una casa di moda per delle collezioni di accessori moda.

Vedere il nostro prodotto nei negozi é comunque al momento il nostro obiettivo principale!


Dove vi troveremo prossimamente?

Quasi sicuramente parteciperemo a Macef a gennaio, ma non escludiamo di partecipare a qualche evento durante l'autunno o prima di Natale.


Dove è possibile acquistare i vostri prodotti? ...c’è una rete di vendita a cui fate riferimento?

Sarà possibile acquistare i nostri prodotti da questo autunno, sul sito indicheremo modalità e location.


giovedì 14 ottobre 2010

Punti di incontro - ilil



Noi vi abbiamo conosciuto in via Tortona, 14 durante il fuori salone, che tipo di esperienza è stata?

E' stato il nostro primo Fuori Salone da espositori ed é stata un'esperienza importante. E' stato molto stimolante e soprattutto utile al progetto potersi confrontare in così poco tempo con così tante persone e avere subito un feedback sul progetto.

Abbiamo capito come la semplicità sia la cosa che attrae e incuriosisce di più.


Avete a fatto altre esposizioni? C’è un posto specifico che utilizzate come galleria permanente: il vostro laboratorio o uno show room? Vorremmo indicare un riferimento dove poter vedere le vostre produzioni.

Visto il grande interesse riscontrato in fiera abbiamo deciso di partecipare ad un’altra esposizione una volta pianificata produzione e logistica di vendita.


Avete avuto delle pubblicazioni? Se si dove?

Usciremo prossimamente su alcune riviste internazionali come Capital (Germania), Elle Decoration (Ungheria), Interni Russia, etc.

MVH, la prima rivista in Svezia per l'arredamento, ha fatto uno shooting con i nostri prodotti che uscirà in novembre.

A livello nazionale “Home” di Hachette Rusconi ci ha fatto una preve intervista in occasione del Salone, ed é stato pubblicato un articolo sulla rivista Extra, in distribuzione negli hotel e nella prima classe dei treni Frecciarossa.

Oltre a questi siamo usciti su diversi blog dedicati al design, come Frizzifrizzzi, Kitchens, Colourmethree e altri.

martedì 12 ottobre 2010

Focus tecnico



Abbiamo notato che le vostre foto sono accumulate da un’alchimia di componenti (bottoni, cartamodelli, forbici, spilli, rocchetti di fili, …), che ambientano e descrivono i vostri prodotti. Ci piace pensare che questa sia anche la scenografia del vostro banco di lavoro…

E' la nostra scenografia intorno alle 19 dopo una giornata di lavoro!

Partiamo da un tavolo quasi sgombro al mattino per ritrovarci dopo qualche ora a non sapere più dove appoggiare le cose.

Ci piace molto questa “immersione”, abbiamo bisogno di guardare, di toccare i materiali con i quali lavoriamo.


Materiali, strumenti, fasi e tecniche di lavorazione. Dateci una visione più tecnica del vostro modo di lavorare e di come nascono realmente le vostre creazioni.

Quando progettiamo trasformiamo un racconto in un oggetto. Di conseguenza la fattibilità diventa un elemento imprescindibile.

Nel caso della collezione “Vestire la tavola” Alessandro ha proposto un tema su cui aveva già fatto approfondite ricerche, la camiceria e in generale il cross-over tra moda e design.

Abbiamo quindi individuato gli elementi di questo tema sui quali volevamo indagare e lavorare.

In parallelo abbiamo cominciato a far ricerca su materiali, tecniche, produttori. Il progetto é cambiato e si é evoluto anche grazie a questo continuo confronto che da subito abbiamo avuto con i prototipatori e i modellisti.

La collezione ceramica e la collezione tessile hanno seguito due percorsi differenti, per materiali, tempi e difficoltà.

Per la collezione ceramica abbiamo fatto realizzare dei prototipi in cotto a mano e dei semi-industriali – in cui solo l'asola veniva creata a mano dopo che piatti e ciotole uscivano dagli stampi. Per arrivare a quelli presentati al salone sono passate due prototipazioni.

Abbiamo studiato la smaltatura facendocene creare una specifica, questa fase é stata molto affascinante ma anche molto complicata, volevamo il giusto grado di satinatura e lucidità, il giusto punto di colore e di puntinato. Siamo riusciti ad ottenerla solo dopo una decina di passaggi.

Ora siamo alla terza prototipazione, stiamo facendo realizzare i pezzi 0 con i quali passeremo alla fase di industrializzazione.

Per la collezione tessile, trattandosi di un prodotto più semplice dal punto di vista tecnico, abbiamo realizzato prototipi quasi fin dai primi schizzi.

La stampa é stata la fase più delicata, abbiamo dovuto sperimentare diversi materiali prima di arrivare a quello definitivo. E' stata una bella sfida anche per gli stampatori perché li abbiamo portati a lavorare con tessuti per loro nuovi. La stampa digitale è quella che ci ha permesso di ottenere un risultato ottimale sia da un punto di vista tecnico che stilistico.

Il nostro prodotto deve essere realizzabile e riproducibile, noi non creiamo dei pezzi unici quindi il rapporto con i produttori é centrale.


La neutralità dei materiali è solo per mettere in evidenza i bottoni o è una scelta stilistica?

Si tratta di una scelta progettuale.

Abbiamo pensato all'allestimento della tavola, che si deve adattare di volta in volta ad avvenimenti, stagioni, feste. Per poter fare tutto questo esiste il grande limite dello spazio, soprattutto per i diversi servizi di piatti.

Noi abbiamo voluto giocare con questa cosa realizzando il servizio più semplice e neutrale possibile in modo che di volta in volta a seconda dello stile dei bottoni si potesse creare un'apparecchiatura sempre diversa: la tavola country e primaverile con i bottoni vichy, oppure più cousy e autunnale con l'utilizzo del tartan, giusto per fare degli esempi.

In questo modo il servizio si adatta di volta in volta ad un ambito quotidiano, a particolari eventi, e può essere utilizzato anche da società di catering, ristoranti, B&B, che sentono in modo ancora più forte il bisogno di proporre allestimenti diversi, legati alla stagionalità, le festività, etc.

In realtà questa cosa della neutralità non é poi così esasperata, infatti la texture “fatta a mano” del servizio ceramico gli dà comunque un suo carattere senza predominare.


venerdì 8 ottobre 2010

Dettaglio inside



Strumenti e materiali incontrano manualità ed esperienza.


Entrare in sartoria... lavorare la ceramica, tutto mescolato in tecnica e strumenti consoni ad ambienti apparentemente non vicini; eppure il risultato compiace entrambe le realtà.


Gli aghi sembrano entrare nella ceramica tirandosi dietro fili virtuali.

Le stoffe si irrigidiscono dalla carta allo stampato.

Gli strumenti come le forbici, i fili, i metri, lavorano al progetto con i soliti gesti e le stesse capacità, le linee e i disegni dei progetti non i snaturano nel risultato, ma sembrano attraversare una fase di elaborazione più eterea e complicata. I valori delle sostanze si alterano e rinascono, alleggeriti dei principi con cui sono nati; morbidezza e freschezza divengono aggettivi descrittivi e calzanti.


La stessa natura del bottone, complicata e molteplice, un bottone tecnico e ricercato, a volte pratico altre vanitoso, è usato in tutte le sue diversità, E' IL COLLANTE STILISTICO ED INTERPRETATIVO DI TUTTE LE FORME.


Le opere compiute colmano velocemente il vuoto tra ipotesi e tesi, mostrando come perfetta sia stata l'intuizione e la stessa esecuzione.



Un asola in cerca di un bottone.


Scritto da Manlio

lunedì 4 ottobre 2010

Presentazione ilil


Ci ha particolarmente colpito la vostra idea di vestire la tavola: da dove nasce la vostra ispirazione? Qual è il legame con il mondo della moda?

Abbiamo sempre pensato che moda e design facessero parte di un unico mondo progettuale, per noi - ma credo che sia un elemento comune di molti giovani designer - il connettere, il mettere in relazione mondi diversi, sia una cosa assolutamente naturale.

Non siamo ingegneri, non ci occupiamo di tecnologia, ci occupiamo di funzioni, di forma, di stile e non crediamo che queste siano specifiche di un settore o di un altro.

Sicuramente l'aver studiato entrambi design della moda, Alessandro in seguito ci ha anche lavorato, ci ha influenzati ma non ci ha chiusi in quel mondo.

Abbiamo quindi voluto giocare con queste due realtà, farle entrare in relazione, considerando quasi la tavola una persona da vestire.


Per noi il bottone è un accessorio tecnico che sa diventare anche un dettaglio prezioso, ricco, vanitoso… e per voi?

Per noi é un elemento centrale del progetto, per questo lo abbiamo decontestualizzato, ci abbiamo giocato: ne abbiamo mantenuto la funzione e il modo d'uso facendolo però entrare in relazione con materiali nuovi come la ceramica.


E’ nato prima il bottone o l’asola? :)

E' nato prima il bottone però adesso é molto più importante l'asola. Il bottone é stato la molla progettuale ma l'asola é il risultato.

martedì 28 settembre 2010

Etimologia ilil



ilil: come dobbiamo leggerlo? E come dobbiamo interpretarlo?


ilil é l'acronimo delle parole “informal illusion”, il nostro nome completo.

Informal é ciò che é slegato dalla forma, dalla norma, dal protocollo.

Illusion é ciò che é altro da quello che percepiscono i sensi.

Questi concetti rappresentano la nostra filosofia progettuale, un approccio al progetto e al prodotto che cerca di far vedere al di là, che sposta l'attenzione sui dettagli, che gioca con le forme e trova nuovi usi facendo entrare in relazione mondi diversi.

mercoledì 22 settembre 2010

Profilo lavorativo - ilil


Nella nostra percezione siete un po’ artigiani, un po’ stylist, un po’ designer, voi come vi definireste?


Credo che oggi sia molto difficile mettere delle definizioni, delle etichette, la realtà delle persone é diventata complessa.

Effettivamente noi ci sentiamo un po' tutte queste cose, a seconda delle fasi di un progetto una componente diventa predominante rispetto alle altre. Quando abbiamo deciso di disegnare la nostra collezione sapevamo che ci saremmo dovuti occupare di ogni aspetto, essere di volta in volta grafici, ufficio stampa, allestitori, la parola che quindi può riassumere tutto é progettista.


La vostra creatività percorre varie dimensioni artistiche a quali di queste si avvicina di più?


Facciamo veramente fatica a rispondere a questa domanda!

Quello che cerchiamo di fare in ogni nostro progetto é raccontare una storia, un mondo, senza usare necessariamente le parole.

venerdì 17 settembre 2010

Percorsi di vita - ilil


Quali sono stati i vostri trascorsi professionali?


D: Oltre ad ilil mi occupo principalmente di video, già durante l'università lavoravo per una casa di produzione, la Stalker Video di Milano.

In seguito ho lavorato per diversi anni per MTV, con la quale continuo a collaborare come videomaker freelance. Mi occupo principalmente di documentari, ho sempre trovato affascinante il racconto della realtà.

In parallelo a questo ho continuato ad interessarmi di design e fashion design progettando delle piccole collezioni rimaste a livello di prototipo.


A:Nel mio caso penso che le scelte professionali siano state influenzate dal lavoro dei miei genitori. Essere cresciuto con la stanza dei giochi vicino alla sala modellistica dell’azienda di famiglia ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale.

Finito il liceo ho deciso di iscrivermi al Politecnico di Milano e dopo brevi periodi di stage a Milano sono tornato a Bologna dove collaboro con i miei genitori all’interno dell’ufficio stile e dell’area marketing e comunicazione. Quando porto avanti un progetto mi piace seguirne tutti gli aspetti che lo riguardano.

Dallo scorso gennaio collaboro anche con la Biblioteca della Moda, presso il Politecnico di Milano, nel ruolo di ricercatore.

Che cosa vi ha portato a lavorare insieme? Come vi siete conosciuti …

Alessandro ed io ci siamo conosciuti al Politecnico di Milano, dove abbiamo studiato entrambi Design della Moda. Anche se non abbiamo iniziato subito a lavorare insieme siamo diventati amici.

E' stato quando ormai l'università era finita ed io mi ero trasferita a Parigi, che abbiamo deciso di realizzare qualcosa insieme. Dopo qualche mese sono rientrata a Milano e la cosa ha iniziato a prendere forma: Ale aveva già fatto un immenso lavoro di ricerca sul mondo della tavola e degli accessori, da lì siamo partiti.

E' stato tutto molto naturale, abbiamo una visione del progetto e del lavoro simile: il gioco e l'ironia sono gli elementi centrali del nostro approccio.

lunedì 13 settembre 2010

ilil - Profilo personale



Dove siete cresciuti?

Désirée: Sono cresciuta nella provincia milanese, nella terra di mezzo senza identità che circonda la grande città.


Alessandro: Sono nato e cresciuto a Bologna circondato dai miei genitori, dalla tata “Jana” e dai miei quattro fratelli, gli unici che mi fanno sentire veramente a casa (oltre ad un buon piatto di tortellini!)



A quali luoghi siete maggiormente legati? E ora dove vivete?


D: La Calabria é la mia regione d'origine da parte di mio padre. E' il luogo che mi permette di riconnettermi alla terra, dove posso ancora ammirare i falchi volare, le volpi e cinghiali che ti fissano da pochi metri sbarrandoti la strada.

Boeblingen, in Germania, é la città dove é cresciuta mia madre,. Non si può considerare propriamente una bella città, però ho mille ricordi di momenti felici vissuti lì: una passeggiata nel bosco con la nonna, i dischi delle favole in tedesco, la neve – tanta e che rimane bianca a lungo.

Parigi l'ho scoperta da adulta e ho avuto l'immenso regalo di poterci vivere per due anni. E' una città da un certo punto di vista difficile, chiusa, ma di una bellezza sconvolgente: i parchi, le librerie, i mille quartieri tutti con un'anima singolare.

Da qualche mese vivo a Barcellona. Adoro il mio quartiere, Gracia, é come un piccolo villaggio all'interno della città. Mi piace lavorare con la finestra aperta e sentire i rumori della strada: il venditore che batte sulla bombola del gas per richiamare l'attenzione, le voci dei bambini che giocano, le signore del comitato delle feste che fanno chiudere la strada per addobbarla.


A: Se dovessi stilare una classifica sicuramente metterei al primo posto la Sardegna. Durante il loro viaggio di nozze – i lontani anni Settanta - i miei genitori hanno visto un terreno completamente isolato e da allora quello è il nostro ritiro. Appena posso parto anche per pochi giorni solo per ritrovare il mio equilibrio.

Poi ci sono le città dove abitano i miei migliori amici: Désirée a Barcelona, e prima a Parigi, Benedetta a Londra, Marco e Marika a Novara, etc.. dove riesco ad abbinare il piacere di un viaggio alla compagnia di persone che coltivano i miei stessi interessi e stile di vita.

Adesso vivo tra Bologna e Milano, due realtà molto diverse tra loro ma che mi completano.

giovedì 9 settembre 2010

Anteprima ilil.

"E' nato prima il bottone o l'asola?"
Un quesito un po' bizzarro, su cui vi lasciamo allegramente riflettere, in attesa di scoprire i nostri prossimi ospiti... creatori di insolite asole e "giocolieri" di bottoni.
L'appuntamento con loro è a partire da lunedì 13.

martedì 17 agosto 2010

saluti estivi.



Siamo chiusi per ferie.
Ci rivediamo qui il 30 agosto.
Buon proseguimento d'estate a tutti!

lunedì 16 agosto 2010

Eco-roller, paper jewel.


Ancora uno sguardo al presente (e al futuro) di Elena ed al suo progetto Eco-roller, che nasce dall'amore della designer per la sostenibilità ambientale e l'eco-design.
Eco-
roller è un gioiello-scultura in Jackroki, un particolare materiale della Okinawa formato da fibre di cellulosa riciclata. Grazie ad una particolare lavorazione, questa "carta" diventa una sorta di tessuto. Il risultato finale è un gioiello delicato, elegante e poetico.
E chissà che non nasca in futuro una collezione intera fatta così...


venerdì 13 agosto 2010

I progetti di Elena Salmistraro



Se chiudi gli occhi dove immagini di vedere esposte le tue creazioni? O quali case, ambientazioni, arredamenti sogneresti per i tuoi oggetti?

Ovviamente come tutti i designer e gli artisti, sogno i musei per esporre i miei progetti migliori. Per il resto, come avevo accennato in precedenza, sto cercando di avviare in collaborazione con l’architetto Angelo Stoli uno studio di architettura e design, Alko studio, in modo da riuscire a progettare dal contenitore al contenuto, senza trascurare alcun dettaglio e soprattutto mantenendo un unico linguaggio.


I tuoi prodotti si possono acquistare? Ed eventualmente dove? Oppure stai ancora cercando lo “spazio giusto”?

I miei prodotti per adesso si possono acquistare contattandomi privatamente, spero in futuro di trovare uno spazio da adibire a showroom, soprattutto per quanto riguarda la produzione privata.


Siamo curiosi… puoi dirci qualcosa sui tuoi prossimi progetti? Puoi darci qualche anticipazione?

In questo momento sto cercando di fare un salto di scala, passando dalla progettazione di piccoli accessori a veri e propri complementi di arredo. In “cantiere” in questo periodo ci sono sia un tavolo che una borsa da presentare ad una nota azienda milanese. L’ultima mia creazione è invece una collana dal nome Eco-Roller, presentata al concorso organizzato da Fashion vip magazine.


martedì 10 agosto 2010

Galleria



Vasi in ceramica, collane di origami, t-shirt, illustrazioni… lavori in tanti ambiti creativi del design. In che modo ti appassiona ciascuno di loro? In quali altri ambiti vorresti lavorare?

Non faccio mai dei distinguo tra i vari aspetti del design. Io cerco di realizzare tutto quello che mi viene in mente. Poi ovviamente alcune cose restano sulla carta altre prendono vita, com’è giusto che sia del resto, ma non c’è un aspetto che prediligo in particolar modo. In futuro vorrei aver la possibilità di realizzare i miei progetti su larga scala e non fermarmi al prototipo o al pezzo unico.

giovedì 5 agosto 2010

Dettaglio inside


Abiti come mosaici.

Combinazioni ed incastri che delineano proporzioni. L'antica arte dell'origami al servizio dell'estetica e della femminilità.


Ogni origami dopo la propria esecuzione si avvicina ad un altro, mostrando lati lisci di incontro; si perfeziona in una dinamica di giunture ed incastri. L'opera si modella sulle forme di un fisico leggero quasi etereo come il velo che lo completa. Si pone elegantemente immobile a voler suggerire quanto articolate siano le sue trame. Fermo perché lo spettatore veda la manualità, la sua complessità, perché abbia il tempo di cogliere l'architettura e gli strumenti che lo hanno disegnato.


Manualità e capacità di proporzioni tradotte in cuciture, giunture, pieghe nascoste richiamo di un mondo antico ed ancora vivo come l'arte di essere origami.


Arte come disciplina della materia.


Gesto. La piegatura della carta arricchisce il materiale fino a mutarlo in nuova forma e sostanza; a seguire, nasce il progetto, l'inventiva e la creatività di trovare nuove prospettive e percorre insolite vie di produzione. Conoscere il fine e la materia stessa, in combinazione con il desiderio di arricchire e decorare quello che nella mente è etereo e fra le mani sintesi.

Prima l'artista poi lo spettatore vivono il senso generale e finito dell'opera. Si incastrano nei nuovi volumi, nelle nuove forme; vengono loro stessi selezionati ed aggiunti come ricercati componenti; tutto in funzione di un eleganza ormai non più impalpabile bensì concreta e forte.


Laboratori come bibloteche, strumenti di lavoro come candele su tavoli.


Il viaggio di Elena è tra le cose come tra gli uomini.


Scritto da Manlio

venerdì 30 luglio 2010

Focus origami



Oltre alla ceramica, quali sono gli altri materiali con cui ami lavorare?

In linea di massima prediligo usare materiali poveri, facilmente reperibili e soprattutto eco-friendly. Ho una certa propensione da sempre per la carta e i suoi derivati, la mia Tesi di laurea “Cartapesta: design tra arte e ecologia” ha difatti approfondito il tema dell’ utilizzo della cartapesta nel design. Nelle ultime ricerche ho anche scoperto il Jackroki, un materiale prodotto dalla Okinawa composto per l’80% da fibre di cellulosa. Comunque resto aperta a qualsiasi tipo di ricerca e sperimentazione, sono dell’idea che si debba conoscere bene qualsiasi materiale con cui s’intende lavorare per capire quali sono le potenzialità e scoprirne nuovi utilizzi.

Come nasce l’idea di abbinare gli origami a processi produttivi e creazioni per loro inusuali, come copri vasi, vestiti,…

Gli origami sono un aspetto della mia ricerca sui materiali. Piegare la carta e successivamente assemblarla è un sistema veloce ma soprattutto economico. Da qui l’idea di ricoprire un vaso con mille origami e realizzare Cover-Vase Origami, in questo modo si possono abbellire molti oggetti di uso comune che abbiamo in casa. Per quanto riguarda il Corpetto in Jacroki la tecnica è uguale, ho solo voluto applicare il concetto al fashion design. In realtà la mia ricerca è una, poi cerco di applicarla sia ai prodotti che al fashion.

mercoledì 28 luglio 2010

Focus tecnica: Ceramica



I nostri articoli oltre che parlare di te, cercano di dare un taglio tecnico alle tue creazioni. Parlaci delle tecniche produttive e dei materiali con cui hai lavorato per realizzarli.

La tecnica che utilizzo, per realizzare i vasi nella maggior parte dei casi, è quella a colombino (ceramica), consiste nel sovrapporre “salamini” di argilla precedentemente modellati, e successivamente plasmati fino a ottenere la forma desiderata. È una tecnica antichissima che permette di realizzare vasi di grandi dimensioni, inoltre mette in risalto l’aspetto artigianale della mia creazione facendo di ogni vaso un pezzo unico

Per quanto riguarda i fiori?

La tecnica di realizzazione è semplicissima, vengono disegnati e intagliati su lastre di argilla, in seguito colorati e cotti, ma si potrebbero anche realizzare con stampi di gesso, per facilitarne la produzione seriale.

venerdì 23 luglio 2010

Focus ceramica


Ci hanno molto incuriosito i tuoi vasi, come nasce la tua collezione? Cosa ti ha inspirato?

Avevo voglia di realizzare degli oggetti che si trovassero in tutte le case, e il vaso è uno di questi, ma molto spesso non si distingue né per una bella forma, né per un bel colore. Uno dei miei principi fondamentali è abbellire ambienti e oggetti che sembrano privi di vita, sterili. Cosi ho cercato di renderli poeticamente più attuali, dando loro forme e colori che li rendessero particolari, puntando sull’originalità.


In particolare, raccontaci qualcosa in più di quelli che per noi sono i due “estremi” dei tuoi vasi, il primitivo e il metropolitano:

- primitive vase Allosauro

- Thorny vaso torchiato

Primitive Vase nasce dopo una visita al Museo delle scienze naturali di Milano, dove sono rimasta affascinata in particolar modo dalla bellezza e dall’imponenza degli animali preistorici. Per quel che riguarda Thorny il vaso borchiato, tutto è nato osservando un gruppo di punk stile inglese, pieni di borchie e spille da balia, che si trovavano in zona Ticinese. Quindi si, in un certo senso raffigurano l’aspetto primitivo e metropolitano, le due facce di una moneta che in questo caso è Milano.



I fiori in ceramica ci sono piaciuti molto, sei riuscita a dargli, allo stesso tempo, solidità e leggerezza. Si può dire che questo tuo lavoro rispecchi la tua “filosofia” creativa? Ce ne puoi parlare un po’?

Direi di si. I fiori di ceramica sono quasi l’emblema della mia filosofia creativa, tant’è che uno di essi è diventato il simbolo del progetto Alko che sto cercando di avviare con l’architetto Angelo Stoli. L’idea dei fiori è nata dal desiderio di realizzare un complemento d’arredo in omaggio alla natura. Ne ho ideati alcuni stilizzati per abbellire la casa o qualsiasi altro ambiente, con il pregio di non appassire mai.

martedì 20 luglio 2010

Percorsi di vita - Elena Salmistraro


Come ti sei avvicinata al mondo del design?

Sono sempre stata attratta dall’idea di creare, prima orientandomi più sul lato artistico, in seguito spostando la mia attenzione anche su oggetti e vestiti. Da li ho frequentato il Politecnico di Milano, dove mi sono laureata prima in fashion design (laurea triennale) e poi in product design (laurea specialistica). Successivamente ho fatto anche degli stage in famosi studi e atelier del settore. Oggi cerco di seguire la mia strada, anche se la via del successo è lunga e tortuosa.

Hai partecipato a qualche progetto, manifestazione, esposizione…? Qualcun altro ha già parlato di te?

Certo, io tento di partecipare a quanti più eventi possibile. Nell’ultimo anno ho partecipato alla fiera “Fa la cosa giusta” nella sezione Critical fashion, dove ho esposto il mio Corpetto in Jackroki per la Okinawa. Al Fuori Salone del mobile di Milano ho esposto invece Cover-Vase Origami nello showroom della Okinawa, in seguito pubblicato anche sulla rivista Gioia. Ho anche partecipato e vinto il concorso “IO riciclo TU ricicli”, in collaborazione con due giovani designer, con il progetto Ecojosho, che ci ha dato la possibilità di mostrare il nostro lavoro durante la design week al Fuori Salone del mobile e ad altri eventi minori ma non secondari.

venerdì 16 luglio 2010

Profilo Elena Salmistraro



Nome: Elena Salmistraro

Giovane designer milanese in continua evoluzione, verso materiali e forme nuove.


Com’è la giornata tipo di una giovane designer come te nella città che per antonomasia è la CITTA’ del design in Italia?

Milano è una continua fonte d’ispirazione per me, quindi la mia giornata tipo direi che si basa su lunghe passeggiate. Osservo quello che mi circonda, dalle vetrine dei negozi ai modi di fare della gente comune. In questo modo riesco a decifrare codici e bisogni, che successivamente trasformo in schizzi e progetti. In pratica sto molto attenta a quello che mi gira intorno.


Qual è il luogo a cui sei maggiormente legata e che più ti rappresenta?

Senza ombra di dubbio la zona Ticinese-Navigli, in primis perché ci sono nata e ci vivo, quindi in un certo senso fa parte di me stessa. Poi perché è una zona in continuo divenire, ricca di eventi, oltre che di artigiani, mercanti, antiquari e vetrine, che come ho già detto sono per me una continua fonte d’ispirazione.


 

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